Prospettive e Programmazione

Per quanto concerne la sicurezza idraulica del territorio, oggi è sufficientemente garantita dalla presenza delle opere di bonifica; tuttavia tale sicurezza è affidata esclusivamente all’affidabilità degli impianti idrovori, un’affidabilità che a sua volta è legata alla disponibilità certa di energia elettrica per la loro alimentazione; ed è per tale motivo che è stato redatto il progetto definitivo per la realizzazione di una centrale termoeletrica di emergenza da utilizzare in caso di sinistri alla rete elettrica ENEL che alimenta gli impianti idrovori di San Matteo delle Chiaviche e di Roncole di Gazzuolo.

Per quanto concerne la vocazione del territorio, è generalmente di tipo agricolo e lo sviluppo industriale o residenziale sino ad oggi non è in grado di influire sensibilmente sulla conversione di tale vocazione. Certamente nelle zone in cui l’attività agricola è rivolta a prodotti ad elevato reddito (ortaggi da tavola, meloni e cocomeri, pomodoro da industria) la tutela del territorio agricolo non presenta alcun problema; laddove invece si esercita un’agricoltura di rimessa, con proprietà fondiarie fortemente frazionate e redditi esigui è presente una maggior disponibilità a sacrificare il territorio agricolo ad altre attività più redditizie sul piano economico.

Il Canale Ceriana in prossimità dell’abitato di San Matteo delle chiaviche
Il melone di Viadana
Veduta del canale Navarolo a Commesssaggio, con il ponte in barche ed il Torrione Gonzaghesco
Pioppi e Mais. Un connubio tipico della zona

Un problema molto sentito è quello della razionalizzazione dell’uso delle acque cui è strettamente legato il tema del contenimento dei costi della produzione agricola. La derivazione dei volumi idrici ad uso irriguo, a causa del sistema distributivo dell’acqua per mezzo della rete di scolo a cielo aperto è di gran lunga eccedente quella effettivamente utilizzata. La gravità del problema è rappresentata dal fatto che l’acqua di cui trattasi viene tutta sollevata mediante elettropompe, con elevati oneri di spesa per energia elettrica, e pertanto ogni litro che va a scarico inutilizzato rappresenta uno spreco sul piano economico ed un onere improduttivo a carico dell’utenza consorziata. Da qualche tempo si sta attuando una politica di interventi volta a rallentare il deflusso idrico verso valle ed a favorire la risalita dell’acqua verso la rete minore aziendale, mediante la creazione di sostegni di regolazione, possibilmente automatizzati, così da ottenere anche una distribuzione più capillare; tuttavia il risultato ottenuto, in termini percentuali di risparmio, è sicuramente marginale rispetto alle necessità e soprattutto rispetto ad una razionalizzazione ed un’ottimizzazione del sistema. Per ottenere risultati apprezzabili sarebbe necessario realizzare una rete di distribuzione in condotta sotterranea. I costi di investimento relativi a tale soluzione (si potrebbero ipotizzare di larga massima 250 milioni di euro) si presentano tuttavia scoraggianti per chi si accinge ad affrontare il problema. Perciò, in tal senso, bisogna accontentarsi di sognare.